Il Dono fa dell’io un noi

23/04/2024
Albert Anker, Lettura di Devozioni al nonno (1893).

Dare, ricevere e ricambiare sono i tre momenti del dono. Gli studiosi si sono perlopiù concentrati sul terzo aspetto, il presunto obbligo del ricambio. In verità, scrive Godbout, «definiamo dono ogni prestazione di beni o servizi effettuata, senza garanzia di restituzione, al fine di creare, alimentare o ricreare il legame sociale tra le persone».

Per capirci: se io dono quello che ho, cioè dono un oggetto che ho comprato o che mi appartiene, è evidente che chi lo riceve sarà tenuto a fare lo stesso, e lo scambio resterà confinato nell’ambito del possesso. Ma se io dono quello che sono, cioè mi dono, l’altro si sentirà chiamato a fare altrettanto a favore di altri. Proprio come accade nel dipinto di Albert Anker: a suo tempo il nonno si è donato al nipote, e questi oggi ricambia, leggendo per lui.

È con questo spirito che la Fondazione Comasca si rivolge a chi ha in animo di migliorare le sorti della comunità in cui vive. In 25 anni l’ente ha sostenuto ben 3400 progetti solidali, accogliendo oltre 21mila donazioni. Numeri straordinari, a testimoniare che la solidarietà è una scelta gratificante e diffusa. In questo caso il controdono si rivela una meravigliosa imitazione: colui che riceve è portato a ricambiare i propri simili mettendo in gioco l’essere, non l’avere. In 7 parole? Il dono fa dell’io un noi. In latino? Dono ergo sumus.

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FONDAZIONE PROVINCIALE COMUNITÀ COMASCA

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