Oltre al cuore c’è di più

Ma siamo poi così sicuri che il volontariato nasca solo dal cuore? Certo, alla base di ogni scelta altruista sta il desiderio di aiutare il prossimo e di migliorare il mondo. Ma forse è riduttivo considerarla come semplice espressione di bontà d’animo. Sì perché fare volontariato è anche frutto di una scelta razionale, visto offre, e molto, anche a chi lo pratica.
In effetti, chi fa volontariato sviluppa competenze trasversali molto utili: problem solving, capacità relazionali, gestione del tempo, delle scelte e delle priorità. Non solo: chi si mette a disposizione impara ad affinare empatia e senso di responsabilità, doti fondamentali nella vita come nel lavoro. Aiutare gli altri ci aiuta a crescere, dunque; senza dimenticare che, se sei felice da solo, non puoi dirti veramente tale.
Insomma, il volontariato non deriva solo da un impulso emotivo, momentaneo, improvviso, da una semplice predisposizione piuttosto che da buona educazione; semmai è anche frutto consapevole e maturo, decisione intelligente, investimento in competenze e benessere degli altri, oltre che proprio. Il volontario è chi sa unire cuore e mente, sentimento e ragione, generosità e crescita personale. Per dirla in 7 parole: «Fare del bene ti fa bene. Garantito».
Vai al Torneo dedicato a Le ragioni del cuore e scrivi qualche racconto su esperienze di volontariato, tue o di altri.

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