Donne, trattor, l’arme e gli amori

18/10/2024
L’armatura all’ingresso del ristorante Da Mimmo.

Per gustare la mia prima pizza ne ho dovuto aspettare di tempo. Ne ho già parlato, e quindi non mi ripeto. Preferisco regalarvi una scena memorabile del nostro cinema, tratta da Ladri di biciclette di Vittorio De Sica.

Chiedo a Robi Amaddeo, titolare del ristorante Da Mimmo, se si ritrova in questa rappresentazione. Fa cenno di sì con la testa: «Certo, magari senza tutta quella musica», ride. Poi mi snocciola una serie di storie con bambini meravigliati: dovete sapere che il suo ristorante sta in un palazzo del 1300, con tanto di armatura all’ingresso; cosa che i più piccoli non si stancano di ammirare. 

«Sì, però la più bella prima volta Da Mimmo è un’altra», mi dice «e non è neanche capitata al ristorante». E dove, gli chiedo. «Senti qua. Un giorno stavo tagliando l’erba nel mio giardino e un contadino sul trattore si avvicina al cancello di casa. Con voce severa, mi chiede in dialetto: Te se mìa ól Mimmo, te?  [Non sei il Mimmo, tu?]. Gli ho risposto che ero il figlio, uno dei figli a dire il vero. Allora lui mi guarda negli occhi e con tono solenne mi dice: La mé prima pissa l’è stacia la mé promesa de matrimòne [La mia prima pizza è stata la mia promessa di matrimonio].

Bella storia, faccio io. «Aspetta, non è finita qui. Dopo una pausa, il contadino è scoppiato a ridere: L’è stacia l’ónica ólta che l’à ma dìt de sé. [È stata l’unica volta che mi ha detto di sì]. E giù un’altra bella risata, prima di scomparire nel fumo del trattore».

Che aspetti? Scrivi qualche racconto su una prima volta che ti è rimasta nel cuore.

IN COLLABORAZIONE
CON IL RISTORANTE
da Mimmo

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