Prima o terza persona? La scelta narrativa

Chi racconta davvero una storia? La risposta più immediata sarebbe: “Lo scrittore“. Eppure, quest’ultimo è solo il mezzo attraverso cui prende vita una figura fondamentale: il narratore.
Si tratta della voce che guida il lettore e che raramente coincide con l’autore in carne e ossa. Come sottolinea Andrea Bernardelli nel libro Che cos’è la narrazione, chi scrive non sa in quali mani finirà la sua storia, come verrà accolta o quali emozioni susciterà. Ogni racconto è, in un certo senso, un messaggio nella bottiglia, in attesa di essere trovato. E proprio per questo serve la mediazione del narratore.
Ma qui le cose si complicano, perché di narratori ne esistono molti tipi, distinti sia per il loro coinvolgimento, sia per il grado di accesso alle informazioni.
Prendendo in considerazione la relazione con il racconto, il narratore può essere:
- Un personaggio della vicenda (omodiegetico), come in Follia di Patrick McGrath, dove la voce narrante è lo psichiatra Peter Cleave.
- Il protagonista (autodiegetico): la storia è raccontata dal punto di vista del personaggio principale, come in Un giorno questo dolore ti sarà utile di Peter Cameron.
- Una voce esterna alla vicenda (extradiegetico): il narratore che non partecipa agli eventi, come nel caso emblematico de I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni.
Ovviamente, esistono anche casi ibridi. Per esempio, nel Cavaliere inesistente di Italo Calvino il narratore inizialmente sembra esterno alla storia, per poi rivelarsi un personaggio del racconto. Oppure nel Decameron, dove troviamo storie incastonate l’una dentro l’altra. Inoltre, perfino il narratore extradiegetico può variare il suo grado di coinvolgimento, rivolgendosi direttamente al lettore o mantenendo un tono distaccato e impersonale.
Un altro elemento chiave, come anticipato, è il punto di vista. Il narratore può avere accesso a più o meno informazioni rispetto ai personaggi, determinando tre possibilità:
- Narratore onnisciente: sa tutto della storia e dei suoi personaggi.
- Narratore con focalizzazione interna: conosce solo ciò che sa un personaggio.
- Narratore con focalizzazione esterna: racconta solo ciò che si gli è possibile osservare dall’esterno, senza entrare nella mente dei personaggi.
Insomma, quando si tratta di definire la voce narrante la scelta è davvero vasta e ti permette di mixare i diversi elementi in totale libertà, tanto nei racconti lunghi come nelle micronarrazioni. Il che ci porta a chiederti: quando scrivi, preferisci un narratore in prima o in terza persona? Ti piace avere una visione completa o lasciare che i lettori scoprano i dettagli insieme ai personaggi? Facci sapere la tua nei commenti e metti alla prova la tua creatività nei nostri tornei di scrittura sempre aperti: ci sono sfide dedicate ai dodici mesi, alle stagioni e ai giorni della settimana.
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