I racconti di Ana María Shua, argentina di Buenos Aires, mi piacciono a tal punto che un bel giorno ho pensato di scriverle, proponendole un’intervista. Detto tra noi, la speranza che mi rispondesse era pari a zero: è molto notaa livello internazionale, ha scritto oltre 40 tra romanzi, racconti, raccolte di micro finzioni, testi di poesia e saggistica. Insomma, ero certo che non mi avrebbe calcolato. E invece un paio d’ore dopo ecco una mail (dalla Cina!) in cui mi comunicava che accettava con gioia. E non è tutto: nel rispondere ai miei quesiti, ha pensato bene di restituirmi la pariglia impiegando 7 parole. Un esercizio di stile così bello che ho inserito anche la versione originale, seguita dalla traduzione, che ho voluto mantenere di 7 parole.Infine: oltre all’intervista, non perdetevi la scelta di racconti di Ana María Shua che abbiamo predisposto per voi. Trovate il pdf nella sezione Il mio profilo, alla voce Biblioteca del 7Parole.
Son solo tres palabras: «Terremoto busca profeta». Ha solo tre parole: «Terremoto cerca profeta».
Lei maneggia storie o loro maneggiano lei?
Mis microrrelatos no tienen registro de conductor. I miei microracconti non hanno la patente.
Il più recente libro in italiano di Ana María Shua è La sonnolenza, edito da pièdimosca.
Microracconti: improvvisi bagliori o linee d’ombra?
Como la vida: un perfume, un relámpago. Come la vita: un profumo, un lampo.
Quali i segreti di un microracconto riuscito?
No se pueden decir porque son secretos. Non si possono svelare perché sono segreti.
Leonor Fini, La zattera (1940-1943).
Lettore in attesa, scrittore a sorpresa. Giusto?
El lector distraído cae en nuestras trampas. Il lettore distratto cade nelle nostre trappole.
Il microracconto rispetta limite e sobrietà, trascendendoli?
¡El microrrelato no respeta nada! Así trasciende. Il microracconto non rispetta nulla! Così trascende.
Grazie infinite, Ana María. Per illustrare l’intervista ho scelto la pittrice surrealista Leonor Fini (1907-1996), nata a Buenos Aires da padre argentino e madre italiana; e Il regno del tango di Paolo Conte per colonna sonora, omaggio agli interminati spazi della meravigliosa Argentina.
Questa non è Ana María Shua. Grazie, Leonor.
A cura di Claudio Calzana. Grazie a BeatriceCalzana per la preziosa consulenza.
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