Il primo giorno di scuola al ristorante?
In un ristorante come Da Mimmo si festeggiano ricorrenze di ogni tipo: il titolare, Robi Amaddeo, mi snocciola le tante occasioni: «Anniversari di coppia e di nozze, lauree, comunioni e cresime, pensionamenti, cene di fine anno scolastico…». Ggli chiedo se qualcuno ha mai pensato di festeggiare l’inizio di qualcosa. Ci pensa un po’ prima di rispondere: «Sì, mi dice, capita col lavoro, all’assunzione intendo». In effetti un racconto di questo torneo proprio di questo narra: si intitola Assunta!, e recita così: «Festeggiammo da “Mimmo” il mio primo contratto». Lo ha scritto Marilù.
Che ne diresti, gli chiedo a bruciapelo, se al ristorante si festeggiassero anche altri inizi, altre prime volte? «Tipo?» fa lui, guardandomi tra il curioso e il non so dove vuoi arrivare. Tipo il primo giorno di scuola, dico. «Beh, sarebbe fantastico, quella sì che è una prima volta coi fiocchi». Col fiocco, faccio io (la battuta è riservata a chi viaggia negli anta da un po’). E qui mi sovviene il mio esordio in prima elementare. Sapendo già leggere, ero entrato in classe con fare baldanzoso, della serie qui sono e sarò il primo.
A un certo punto però mi guardo in giro e accade l’irreparabile: c’era un compagno di classe che aveva la mia stessa espressione di trionfo stampata sul viso. Era lo Stefano. Arrivando in prima io non mi ero posto il problema che saper leggere non basta, bisogna anche saper scrivere e far di conto: lo Stefano invece sapeva TUTTO, arte geografia scienze, anche in disegno era un portento, risolveva persino le equazioni di ottavo grado. Sfido io, sua mamma insegnava matematica allo scientifico.
Morale: sono stato compagno di classe dello Stefano fino alla quinta liceo, dai sei ai diciannove anni. Era talmente il migliore della classe che a un certo punto ho smesso di studiare, tanto non c’era sugo. All’uscita del primo giorno, mia mamma mi chiede com’è andata. Bene, dico io, ma non era vero per niente. Ecco, quella volta una pizza mi avrebbe tirato su il morale. Garantito.
Che aspetti? Scrivi qualche racconto su una prima volta che ti è rimasta nel cuore.
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