Che Incanto la parola tra le arti
Il Torneo Incanto è ricco di poesia. Vuoi perché prende le mosse dal disegno di Annamaria Gallo, vuoi per i vostri testi, che in molti casi colgono perfettamente quello stato d’animo sospeso che aleggia nel dipinto. Ecco, questo tipo di scrittura appartiene al regno dell’ecfrasi, quando la parola prende le mosse da un’immagine e da quella si lascia guidare, di suggestione in suggestione.
Insomma, l’ecfrasi è la felice convergenza tra forme d’arte diverse. Capita per la parola, ma vale anche per la musica, basti pensare a Quadri di un’esposizione di Musorgskij, o per il cinema, come nel caso del recente Anselm di Wim Wenders. L’esperienza può capitare nei musei, quando la guida è sì esperta, ma al tempo stesso appassionata; e non si limita a riferirci dati e minuzie dell’opera in questione, ma narra con voce partecipe e commossa quel che il pittore ha fissato nel disegno. La tela allora prende vita, ci appartiene. E a quel punto non ci limitiamo a guardare: finalmente vediamo.
Ecco, l’ecfrasi è quella descrizione che sa farsi narrazione. È racconto, variazione, ridda di ipotesi, interpretazione. Nei casi migliori: luce. In una parola, l’ecfrasi è poesia che, come scrive il Foscolo, «vince di mille secoli il silenzio». È una sfida nella sfida. Proprio come questo nostro Torneo, cari scrittori.
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Splendida recensione, Costanza, non si poteva dir meglio. I due autori del film – intendo Wenders e Kiefer – ne sarebbero fieri. Grazie.