I Promessi Sposi, la polenta di Tonio

04/10/2025
Pietro Longhi, La polenta (part., 1740).

Nel capitolo sesto dei Promessi Sposi, Renzo va in cerca di Tonio per celebrare un matrimonio che doveva restare segreto, ma nello stesso tempo risultare «sacrosanto come l’avesse fatto il papa».

L’ospite entra nell’unica grande stanza che compone la casa dell’amico proprio mentre la famigliola si appresta a cenare. Al tempo della narrazione la cucina era giusto un angolo adibito al camino, con annessi tavolo e sgabelli.

E qui si sparge il timore che Renzo si fermi per cena, sottraendo anche un solo boccone di quel poco che passava il convento: ovvero «una piccola polenta bigia, di grano saraceno» che mai avrebbe placato il robusto appetito di quella nutrita brigata.

La polenta, scrive il Manzoni, viene scodellata «sulla tafferia di faggio, che stava apparecchiata a riceverla: e parve una piccola luna, in un gran cerchio di vapori». In effetti, il faggio è ottimo per realizzare oggetti solidi e resistenti, creati lavorando una pianta che fin dal nome (fagus) ha a che fare con il cibo, come testimonia la voce greca da cui deriva, phagein (mangiare).

Ancor oggi i cucchiai con i quali rimestiamo le pietanze sono di faggio, legno preferito anche perché privo di tannino. Potenza della tradizione.  

Che ne dici di comporre qualche racconto dedicato alla cucina? Vai alla sfida.

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