Il gelato alla maniera di Raymond Queneau

20/08/2025

Hai presente Esercizi di stile di Raymond Queneau? Il grande scrittore francese prende un fatto in sé banale, anzi meno, e si diverte a raccontarlo in mille modi e variazioni. Perché questo è in fondo la letteratura: un gioco di sostituzioni. Potrei raccontare la storia in questo modo, ma scelgo di farlo in quell’altro. Insomma: la letteratura, quella vera, è una cosa sola: differenza.

Venendo alla nostra sfida, ecco un gelato epico, che fa il verso a certi poemi di scolastica memoria.

Cantami, o gel, dal cuore d’amarena,
che l’arsura d’agosto combatti,
e che pur ricadi, goccia a goccia,
sui coturni di quel garzone
che pigramente ti consuma, e perde.

Se poi vogliamo variare di linguaggio, ecco lo scienziato che, tra il serio e il faceto, richiama la medesima vicenda: «Il ghiacciolo è un solido che si fa liquido. Se non ti sbrighi». Per i più arditi, ecco un lipogramma, ovvero un componimento che elimina una lettera, in questo caso la e: «Ghiacciolo, diletto quotidiano a portata di mano». Sette parole, e la freschezza è servita.

Infine, ricordando la passione di Leopardi per il gelato, in particolare quello che gustava a Napoli, ecco un’affettuosa parodia dell’Infinito.

Sempre caro mi fu quest’ermo cono,
e questa crema, che da tanta panna
dell’ultimo biscotto il gusto include.
Ma sedendo e mirando, interminati
strati di là da quella, e sovrumani
sciroppi, e profondissima sete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si scalura…

E così via, verso dopo verso, fino a quel dolce naufragare che al gelato sta d’incanto.

A questo punto non ti resta che imitare Queneau e scrivere racconti dedicati al gelato. Vai alla pagina del Torneo, ti restano giusto tre giorni per creare. E ricorda: se non partecipi, non potrai votare.

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