Da Leopardi a Kafka sotto le stelle

12/10/2024
Paul Klee, Angelo della stella, part. (1939)

Ai tempi non ci facevamo caso, ma Giacomo Leopardi aveva parecchio da dire a noi ragazzi. Si prenda il sonetto Alla luna: «…travagliosa | era mia vita: ed è, né cangia stile, | o mia diletta luna». Per tacer del pastore errante, che così pensa e dice: «… e quando miro in ciel arder le stelle; | dico fra me pensando: | a che tante favelle? | Che fa l’aria infinita, e quel profondo | infinito seren? Che vuol dir questa | solitudine immensa, ed io che sono?». 

Domande profonde rivolte verso il cielo notturno, che magari non risponde ma di certo ascolta. Ricordo più d’una notte sulla spiaggia a chiacchierare senza tempo fino a che l’alba interrompeva le parole; a pensarci oggi, magari era proprio amore. Descrive a perfezione il Pascoli: «Noi scambiavamo rade le ginocchia | sotto le stelle». Con un tocco poetico si esprime anche Giorgio di Wildhood: «In bivacco, attorno a un fuoco crepitante, talvolta condividiamo storie e risate, mentre le fiamme danzano sotto il cielo stellato».

In un celebre racconto di Kafka un uomo, che possiamo identificare con il lettore, è in attesa di un messaggio dell’imperatore; ma il messaggero fatica a raggiungerlo, impedito com’è da mille complicazioni e distanze. Eppure quell’uomo resta alla finestra, in attesa: «Ma tu stai alla finestra e ne sogni, quando giunge la sera». Quel messaggio non arriverà mai, ma non tutto è perduto se sopraggiunge la notte candita di stelle.

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